menti in fuga - le voci parallele

menti in fuga - le voci parallele / menti critiche / @Giovanni_Dursi / Atomi reticolari delle "menti critiche", impegnati nella trasformazione sociale e "messa in questione del rapporto tra la forma capitalista (intesa come Gestalt, come forma della percezione) e la potenza produttiva concreta delle forze sociali, particolarmente la potenza dell’intelletto generale"

sabato 20 febbraio 2016

U E

Umberto Eco, a suo tempo, ha fatto una dichiarazione che ha infiammato il popolo del web, e ne stanno tutt´ora parlando. A proposito di InterNET e l´uso che si fa del web,  in particolare sui social network ha testualmente dichiarato: "Hanno dato diritto di parola a legioni di imbecilli, i quali prima parlavano solo al bar dopo due o tre bicchieri di rosso e quindi non danneggiavano la società", ha affermato il semiologo poco dopo aver ricevuto la laurea honoris causa in “Comunicazione e Cultura dei media” perché «ha arricchito la cultura italiana e internazionale nei campi della Filosofia, dell’analisi della società contemporanea e della letteratura, ha rinnovato profondamente lo studio della comunicazione e della semiotica». Nel 1954 si era laureato in Filosofia. Le frasi di Eco in proposito del web erano riferite alla sempre maggiore circolazione di bufale in rete, ed inevitabilmente hanno avuto ampio risalto, soprattutto sugli stessi social network dei quali parla il professore. Gli utenti hanno infatti iniziato a chiedersi: ha ragione o no?
La risposta non è certamente semplice, e questo perché Eco ha sia ragione che torto nello stesso momento. Bufale e teorie del complotto sono sempre esistite, InterNET gli ha dato soltanto un mezzo per diffondersi più velocemente e capillarmente. E la storia ci insegna che anche gli imbecilli sono sempre esistiti: i social network gli hanno semplicemente garantito un palcoscenico sul quale scrivere assurdità che prima, sui media, al massimo trovavano spazio nella posta dei lettori.  Il punto focale del discorso è un altro, ed è stato messo in luce dallo stesso Eco, anche se il risalto è stato dato quasi esclusivamente alle frasi riguardanti i social network: l´eventuale volontà di "togliere voce" agli imbecilli (che comunque hanno anche loro diritto di parola) non può che scontrarsi con la difficoltà, quando non l´impossibilità, di distinguere quali fonti siano affidabili e quali no. Perché se da una parte esistono conclamati siti dediti all´invenzione di sana pianta delle loro "notizie", anche i grandi nomi dell´informazione non sono certo esenti da topiche clamorose.
Il mondo gli rende omaggio, da Le Monde al New York Times Umberto Eco: le copertine dei suoi libri -  Umberto Eco e la politica: una galleria fotografic.
Cinque libri che rappresentano bene il suo percorso intellettuale e le sue fissazioni (che sono diventate anche di massa). - Umberto Eco, Trattato di semiotica generale (Bompiani, 1975), una delle  letture più piacevoli. Fiumi di inchiostro sono stati versati sulla qualità di questa trattazione sistematica della "semiotica " - e del contributo generale che Eco ha dato a questa disciplina. Modestamente ci si riferisce al piacere di questa lettura, del fatto che mentre lo si legge è come se ti facessero scoprire come funziona la bussola. Sembra strano, ma la saggistica che mette ordine certe volte aiuta la psiche. - Umberto Eco, Come si fa una tesi di laurea (Bompiani, 1977), in questo caso il punto di partenza è di necessità: scrivere una tesi di laurea negli anni 80 era spesso una questione di orientamento. Capire dove fossi, cosa volessero da te, imparare a fare i taglia e incolla con carta e forbice. Organizzare idee e informazioni. Insomma un libricino indispensabile, che, ancora oggi appare di grande efficacia e utilità: per esempio la parte che riguarda il rispetto per "le fonti" o quella che aiuta a tenere insieme i nuclei argomentativi e i satelliti. - Umberto Eco, Lector in fabula (Bompiani, 1979), strategie di interpretazione dei testi narrativi e i loro limiti sono una perfetta lettura sulla lettura. Divertono ancora, anche se ovviamente non mancano le pagine da saltare. - Umberto Eco, Vertigine della lista (Bompiani, 2009), spettacolare rassegna e analisi della mania occidentale di fare elenchi: dalle bestie, agli oggetti, all'arte agli scrittori nei romanzi: un viaggio nella cultura attraverso la smania di catalogar. - Umberto Eco, Il nome della rosa (Bompiani, 1980), il vero romanzo di Eco; il thriller medievale che ha popolarizzato la vita monastica e ci ha fatto entrare, senza rischi, in un mondo ossessionato da preghiera e perfidia e illuminato dall'intelligenza induttiva e deduttiva dei protagonisti, Guglielmo da Baskerville, e Adso da Melk. Il successo commerciale di questo romanzo ha fatto arrabbiare molti autori e critici. 
Il romanzo scritto da Eco, Il cimitero di Praga (Bompiani, 2010), è stato per molti dei suoi lettori la maggiore delusione narrativa degli ultimi mesi. Forse se avesse scritto un saggio di storia della cultura del sospetto e del complotto dell'internazionale ebraica, delle trame dei servizi segreti, dei rivoluzionari che si fanno intrappolare, dell'altra faccia del Risorgimento, sarebbe stato un libro memorabile,  tante sono le conoscenze e i documenti dell'autore. In occasione di un compleanno, Baskerville pubblica in ebook (formato pdf), gratis, Fenomenologia di Umberto Eco di Michele Cogo (introduzione di Paolo Fabbri). Scaricabile direttamente dal sito di Baskerville.

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