menti in fuga - le voci parallele

menti in fuga - le voci parallele / menti critiche / @Giovanni_Dursi / Atomi reticolari delle "menti critiche", impegnati nella trasformazione sociale e "messa in questione del rapporto tra la forma capitalista (intesa come Gestalt, come forma della percezione) e la potenza produttiva concreta delle forze sociali, particolarmente la potenza dell’intelletto generale"
Visualizzazione post con etichetta Intelligenza. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Intelligenza. Mostra tutti i post

venerdì 3 novembre 2017

A Cattolica torna la rassegna "Che cosa fanno oggi i filosofi ?"

Dal 5 Novembre 2017 al 4 Febbraio 2018 tornano gli incontri domenicali con studiosi che si interrogano sul tema scelto per quest'edizione: l'educazione

Dettagli dell'evento:

Quando dal 05/11/2017 alle 00:00 al 04/02/2018 alle 00:00

Dove Cattolica, Biblioteca comunale, Galleria

Recapito telefonico per contatti 0541 966603

Domenica 5 novembre alle 17, nella Galleria della Biblioteca comunale di Cattolica, lo storico Emilio Gentile, professore emerito dell'Università di Roma La Sapienza, terrà una conferenza dal titolo "Un'educazione senza storia?".
Inizia così il nuovo ciclo della rassegna "Che cosa fanno oggi i filosofi?" che sotto gli auspici di Umberto Eco ha avuto luogo per la prima volta nel lontano 1980.
Promossa dal Comune e organizzata dalla Biblioteca comunale di Cattolica, anche la nuova serie della rassegna è stata affidata allo storico ideatore, Marcello Di Bella, che ha proposto come tema l'educazione.

 Il programma

NOVEMBRE 2017
Domenica 5 novembre
EMILIO GENTILE, Professore emerito, Università di Roma La Sapienza
Un'educazione senza storia?


Domenica 12 novembre
MARIA PIA VELADIANO, Preside e scrittrice
Che cosa significa insegnare


Domenica 19 novembre
VALERIA DELLA VALLE, Professore di Linguistica, Università di Roma La Sapienza
Prima la parola


Domenica 26 novembre
ELENA CATTANEO, Professore di Farmacologia Università di Milano e Senatore a vita
Cosa significa conoscere scientificamente [Come conoscere le nostre cellule e smascherare i millantatori]



GENNAIO 2018
Domenica 7 gennaio 2018
DIEGO FUSARO, Docente di Storia della Filosofia Università San Raffaele Milano
Pedagogia unica? Critica del pedagogicamente corretto


Domenica 14 gennaio
FEDERICO CONDELLO, Professore di Letteratura Greca, Università di Bologna
Istruzione umanistica, istruzione classica: un capitale simbolico e il suo destino


Domenica 21 gennaio
MARCO GALLIZIOLI, Docente di Storia delle religioni
Il sacro può essere insegnato?


Domenica 28 gennaio
CARLO TOFFALORI, Professore di Logica Matematica nella Università di Camerino
Calculemus


FEBBRAIO 2018
Domenica 4 febbraio
REMO BODEI, Professore di Filosofia, Università of California, Los Angeles
Estetica


Ogni incontro prevede la proiezione di un breve estratto scelto tra i più rilevanti dall'archivio filosofico video della Biblioteca, pertinente per analogia o differenza.
Ingresso libero fino a esaurimento posti
Cartolina

venerdì 18 agosto 2017

festivalfilosofiasullearti 2017

Da venerdì 15 a domenica 17 settembre torna il festival della filosofia con (programma completo) lezioni magistrali, mostre, concerti, spettacoli, cene filosofiche, Tra i protagonisti Bodei, Bianchi, Cacciari, Cucinelli, Galimberti, Marzano, Recalcati, Severino, Vegeti Finzi, Lipovetsky, Cliffor.

Il programma è stato illustrato presso la sede della stampa estera a Roma, per sottolineare ancora una volta la valenza non solo nazionale, ma internazionale che ha ormai assunto il festival, giunto alla sua diciassettesima edizione. Una edizione che presenta una novità organizzativa importante, nel segno della continuità. E' il primo festival diretto da Daniele Francesconi, che ha ereditato il compito dalla "mamma" del festival Michelina Borsari ora membro del Comitato scientifico permanente del festival. "Sarà una direzione nel segno della continuità - ha spiegato il neo direttore Francesconi - Ma con le antenne sempre alte per cogliere le novità dei nostri tempi, conoscere e far conoscere i nuovi volti della filosofia e del pensiero contemporaneo" pensatori che quest'anno saranno chiamati a confrontarsi con un tema quanto mai vasto e impegnativo: quello delle arti.
"Se si pensa all'arte il pensiero va subito all'opera d'arte, ai quadri, alle sculture - ha commentato Michelina Borsari - Noi invece vogliamo focalizzarci su quelle che sono le pratiche delle arti, il creare e le forme della creazione. Ecco esploreremo la radice comune e spesso sottovalutato della parola arti, quella che collega le arti alle tecniche che si trasforma negli oggetti fatti ad arte, con la maestria che accomuna artisti e artigiani Fino d arrivare alla messa in mostra di sè che caratterizza buona parte dell'epoca in cui viviamo. Sono tanti gli spunti che meritano di essere approfonditi e che ci aiuteranno a capire tantecose".
Per il territorio modenese questo  tema pemette di mettere in vetrina comuni che dell'arte del saper creare hanno fatto la forza e il traino della propria storia, specie sul piano economico, ma non solo. Gli artigiani del tessile a Carpi, quelli della ceramica a Sassuolo, quelli dei motori a Modena sono solo alcuni degli esempi sottolineati dai sindaci di Modena, Muzzarelli, di Carpi Bellelli, di Ssassuolo Pistoni nel salutare con entsiasmo la scelta di questo tema.  

sabato 27 maggio 2017

Note per la cultura - 7 - A volte capita di pensare, scrivere, agire ...

Stupido è chi lo stupido fa!” questa è la frase che Tom Hanks nei panni di Forrest Gump usava per difendersi (intelligentemente) dagli attacchi di chi lo etichettava come stupido nell’omonimo film di Robert Zemeckis (1994).

Forrest aveva ragione perché il concetto di stupidità umana (argomento purtroppo vastissimo e ancora inesplorato adeguatamente dal punto di vista bio-psichico) è relativo e spesso utilizzato a sproposito: quasi sempre sono gli atti, le decisioni, le prese di posizione ed i dogmatismi a essere stupidi, in pratica i comportamenti, a configurare l'essere stupido. Si può essere stupidi di natura, ma spesso lo si è per propria volontà. Lo si è sopratutto quando si tradisce la fiducia degli altri ed intenzionalmente si adottano specifici atteggiamenti negativi denunciando uno stato alterato di coscienza.
Il termine deriva dal latino stupĭdus, derivato di stupēre «stupire»; in letteratura trasla nel significato di “preso da stupore, attonito, sbalordito”; ”che è in una condizione d’incapacità o insensibilità indotta da meraviglia, sorpresa, o da altre cause fisiche o morali”; Dante scrive “Non altrimenti stupido si turba Lo montanaro, e rimirando ammuta, Quando rozzo e salvatico s’inurba“; Manzoni: “sopportiamo non rassegnati ma stupidi il colmo di ciò che da principio avevamo chiamato insopportabile”. Nel significato di torpido, ottuso, o che induce uno stato di torpore, di ottundimento dei sensi o dell’intelletto, l'usa il Parini: “Non più serti di rose ... Ma stupido papavero, grondante Di crassa onda letea; come il vate: “succedeva al sopore stupido la quiete naturale del sonno” (D’Annunzio). Nell’uso comune: che ha, o denota, scarsissima intelligenza, lentezza e fatica nell’apprendere, ottusità di mente.
Quando s'affermò la teoria delle intelligenze multiple che sostiene la contestuale esistenza di altre diverse forme di intelligenza oltre a quelle logico-matematica e linguistica (Howard Gardner, Formae mentis. Saggio sulla pluralità dell'intelligenza, 1987, 2002), sfidando il tradizionale punto di vista sull’intelligenza considerata come una capacità unitaria che può essere misurata attraverso i tests (tanto cari agli obnubilati INVALSI), non si era ancora pronti a degustare l'idea secondo la quale, nell'intrico delle connessioni neurologiche ove risiedono le localizzazioni neurofisiologiche delle competenze intellettuali autonome, c'è possibilità di altrettante plurime espressioni di ignoranza, ottusità, confusione, offuscamento, deficienza con il corollario di aberranti cedimenti psico-sociali (stereotipi e pregiudizi) e morali (disonestà intellettuale).
Spesso non ci si rende conto, ma la stupidità la si incontra, la si sopporta, la si combatte. Quando affiora il malessere relazionale, la concausa più pervasiva risiede nel comportamento dell'interlocutore portatore di stupidità. Per quanto riguarda i luoghi di produzione culturale – come la scuola, l'Università, l'intelligencija "diffusa" – le condotte evidenziate sono poste al centro di una dissennatezza generalizzata; tale irragionevolezza è data per lo più dalla compresenza d'una lacerazione di una memoria comune (rif. a paraocchi equini) e dallo smarrimento di ogni tensione morale (mors tua vita mea). Spesso la condizione di insania (contraddizioni tra pensiero, eloquio ed azioni) genera edulcorate narrazioni delle situazioni e le voci narranti producono menzogne. Si, è constatabile la contestuale presenza di “formazione culturale” e “stupidità”. Ciascun contributo di balordaggine, qualsiasi reperto d'una quotidianità pregna di oltraggio all'intelligenza, mira a mostrare come alcuni esiti tragici dello scivolamento dal “sapere” all'“essere come se non si sapesse” siano il precipitato di percorsi ritenuti normali, nonostante siano manifestamente la costituzione in medias res di rapporti miopi e poco avveduti. Percorsi sociali e professionali in cui gradualmente i saperi agiti – forse unico caso di autentica inter-transdisciplinarietà ! – nell’apparente e rassicurante oggettività ed equidistanza dalle loro formulazioni, hanno scavato il terreno su cui sono radicate le più rigorose e violente forme di stupidità sociale, perchè in rari casi si vive come il proprio sapere (consentirebbe). Anzi, quante più nozioni si posseggono, tanto più convenzionale ed incolta è la mentalità. Paradossale ?
Non più di tanto, considerata l'esperienza quotidiana.
Il dipanarsi della vicenda della mediazione tra l’essere ed il dover essere, nel percorso di consolidamento delle identità individuali e delle relazioni attori-mondo, lacera il “velo di Maya” che non è più sufficiente a coprire l'immonda ambiguità borghese. Identità, negazione ed alterità soffocata dalla stupidità diffusa, dislocate sul terreno bifronte della contrapposizione e della interiorizzazione reciproca, divengono coefficienti di una percezione di sé e dell’altro che deroga dal processo controverso dell’organizzazione dell’umano. Come si fa – testardamente – a non capire che il diaframma delle identità è via via aperto, seppure indefinitivamente, attraverso l’apporto della dialettica, sino a rivolgere la consapevolezza filosofica dell’essere, di là dai confini dell’autosufficienza, alla sua natura intimamente relazionale. É la stupidità, bellezza ! Stupidità ignara del fatto che il rispecchiamento di Sé nell’altro da Sé diviene, a diversa ragione, catalizzatore del superamento dell’autarchia del soggetto ed elemento qualificante il ruolo delle dinamiche di riconoscimento/misconoscimento nell’ambito della riflessione per migliorarsi. Da questa prospettiva, certo, ben si comprende come un’identità morbosamente bloccata, deprivata del rapporto con la propria base emozionale, “possa volgere tale struttura interiore di terrore e dominio in un terrorismo esterno, avendo proiettato e collocato nell’altro il fondo negativo della propria identità”.
Si tratta di prendere atto, nelle more dell’incipiente giuridicizzazione (la gabbia della formalità costituita) della società occidentale, il senso e la misura di un percorso mai domo di implementazione culturale, di incubazione progressiva e discontinua di stupidità che si mette in gioco e ragione. L’ignoranza dell'altro, innervata a ridosso dell’anticollettivismo premoderno, raccogliendo la vernacolare eredità medievale, precipita negli interstizi della contesa, giuridica ma non soltanto giuridica, tra civiltà e ignoranza. Per ora, nel contesto dato, si mostra solo una perniciosa penetrazione del pregiudizio nei luoghi della ragione.
Sono eliminabili la stupidità e le stereotipie ? È questo l’interrogativo che va acclarato, indagando tra i refusi della dia-logicità di matrice discriminatoria, tutt'altro, quindi, che inclusiva. Emergono intendimenti neotribali ed una diversificata nefasta progettualità che tende al “potere”, quand’anche intrise della medesima cifra di intolleranza e disprezzo dell’alterità. La maniera “civile” borghese è la foglia di fico d'una prassi dell'introversione che connota l’approdo di alcuni "operatori della cultura", unitamente ad altri profili professionali, nel porto sicuro del conservatorismo e della negazione della collaboratività, nel gruppale appello mistico e disperato alla resurrezione dell'innocuità del fare fine a se stesso, nell'ebbra coalizione contro presenze scomode non essendo più in grado di convivere neanche con la rituale tolleranza.
Contro quanto descritto, se il celebre dipinto “L'urlo” (1893) del pittore norvegese Edvard Munch stenta a conservare la sua alta dignità storico-artistica, il semplice urlo dolente ed antagonista formato black bloc fa la sua figura. Purtroppo, non ancora del tutto agli occhi degli stupidi.
La ragione ci comanda più imperiosamente assai d’un padrone;
perché disobbedendo al padrone, sarai disgraziato;
ma disobbedendo alla ragione, sarai uno sciocco - Blaise Pascal