menti in fuga - le voci parallele

menti in fuga - le voci parallele / menti critiche / @Giovanni_Dursi / Atomi reticolari delle "menti critiche", impegnati nella trasformazione sociale e "messa in questione del rapporto tra la forma capitalista (intesa come Gestalt, come forma della percezione) e la potenza produttiva concreta delle forze sociali, particolarmente la potenza dell’intelletto generale"

giovedì 11 agosto 2016

Smart working, arriva il diritto di disconnessione da email e smartphone

Una soluzione già approvata dal Governo francese contro l’invasione lavorativa nella vita privata

Lo smart working si prepara a diventare legge dello Stato. La Commissione Lavoro di Palazzo Madama ha approvato un testo di legge che presenta significative differenze rispetto all’originario presentato dal governo. In particolare, nelle ultime modifiche del testo viene introdotto il diritto alla disconnessione da email e smartphone quando sono fuori dal posto di lavoro. 

TRE DIRITTI FONDAMENTALI – “Il lavoro agile non va confuso con il telelavoro, che è una prestazione svolta da casa e regolata da una direttiva europea – commenta Maurizio Sacconi, presidente della Commissione lavoro in Senato e relatore del disegno di legge. “Il testo che abbiamo definito prevede che la prestazione dello smart worker venga eseguita senza la rigida determinazione di tempo e luogo”. Con un’attenzione particolare agli smart workers che devono potersi avvalere di tre diritti fondamentali: quello alla sicurezza, quello alla disconnessione e quello alla formazione in modo tale da dominare al meglio le proprie competenze.
BENEFICI – Se lo smart working funziona, l’azienda ci guadagna in termini di produttività. Il datore di lavoro risparmia sulle spese di gestione degli spazi e sulle spese per l’energia. “Ma ci guadagnano tutti” spiega Francesco Seghezzi, ricercatore Adapt, al Sole24Ore – pensiamo solo all’abbattimento dell’inquinamento, che deriva dal viaggio di andata e ritorno dall’ufficio. Senza dimenticare la riduzione di stress e l’aumento di benessere del lavoratore”.
RISCHI- Chi lavora da remoto corre alcuni rischi dai quali deve essere messo al riparo. “La creatività che deriva dal lavorare in team, ad esempio, è un valore aggiunto che può essere recuperato con connessioni e piattaforme di scambio adeguate”, continua Seghezzi. Lo smart worker rimane comunque un dipendente dell’azienda e tagliare i ponti con l’azienda madre può essere controproducente. Le imprese devono possedere infrastrutture adeguate con cui condividere informazioni.
DIRITTO ALLA DISCONNESSIONE – Altro rischio per i nuovi lavoratori potrebbe essere quello di sentirsi obbligati alla connessione digitale continua. In Francia, a questo proposito, è stato introdotto il diritto di disconnessione: norma recepita in Italia anche nelle ultime modifiche del testo.
“Con un accordo aziendale tra dipendente e datore – aggiunge Seghezzi – è possibile stabilire regole che lascino tempi liberi dalla connessione con l’ufficio”. Viene dunque stabilito il diritto alla disconnessione, nei tempi di riposo, dagli strumenti tecnologici di lavoro, un lavoro che è eseguito in parte dentro l’azienda, in parte all’esterno, con i soli limiti di durata massima dell’orario di lavoro giornaliero e settimanale derivanti dalla legge e dalla contrattazione collettiva. Si prevede che l’orario deve essere stipulato in forma scritta non più “a pena di nullità” ma “ai fini della regolarità amministrativa e della prova”.
Anche il diritto alla sicurezza del posto di lavoro e dell’attività connessa alla tipologia di lavoro per la legge in arrivo sono un diritto fondamentale. Sempre con un accordo tra azienda e lavoratore si potrà stabilire il diritto di visita di un operatore che certifica la sicurezza del luogo di lavoro e la buona salute del lavoratore stesso.
                                  Fonte:
http://quifinanza.it/lavoro/smart-working-arriva-il-diritto-di-disconnessione-da-email-e-smartphone/77248/
 

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