Grande importanza emancipatoria viene attribuita al termine "cultura" da parte non solo delle Scienze sociali. Constatabile è che le forme umane di vita evolvono causando una dimensione extragenetica, artificiale, quindi culturale, del vivere associato. L'obiettivo del blog è quello di evidenziare vari passaggi storici ed antropologici nella trasformazione sociale che hanno generato la contemporaneità.
menti in fuga - le voci parallele
menti in fuga - le voci parallele/ menti critiche/ @Giovanni_Dursi/ Atomi reticolari delle "menti critiche", impegnati nella trasformazione sociale e "messa in questione del rapporto tra la forma capitalista (intesa come Gestalt, come forma della percezione) e la potenza produttiva concreta delle forze sociali, particolarmente la potenza dell’intelletto generale"
Il bisogno umano perenne dell'interrogarsi nel volume delle edizioni TABULA FATI
Il nuovo libro di poesie - Nel mio regno non vi sono filosofi (TABULA FATI,
Chieti, 2016,ISBN-978-88-7475-482-3], pagine 96 - € 9,00 - del
pescarese Giancarlo Giuliani, letterato, poeta, docente (ed anche
curatore del web siteVERB-UM Tra antiche carte custodiamo i doni del tempo) va letto perchè "Nel mio regno non vi sono filosofi",
non è solo un viaggio nella propria interiorità: l’autore ricerca,
piuttosto, il senso del bisogno perenne dell’interrogare e
dell’interrogarsi, sempre ineludibile anche quando lo si ritiene vano e
lo si vorrebbe così estirpare. Ecco dunque, in una condanna platonica
alla rovescia, i filosofi messi al bando e la ricerca della metafora,
delle parole, forse anche di una voce che dica il macrocosmo nel
microcosmo, il tutto nella parte, l’illimitato nel limite, alzarsi fiera
e prendere corpo.
La poesia di Giuliani non indica una via, non si prefigge di
farlo né potrebbe, del resto, senza tradire se stessa, ma si presta
piuttosto a essere la parola che ogni lettrice e ogni lettore possono
fare propria, nel momento in cui, in quanto esseri umani, si è capaci di
vivere dolore, emozione, dignità, compostezza, in prima persona, senza
maschere.
Come in altre eccelse produzioni, tra le quali le impegnative e riuscitissime prove di poesia ("Caos ipermetrico", 2012), ma anche in campo narrativo (in particolare, i romanzi "Diospolis. Una storia del VI secolo a. C.", 2013 e "Nemesis. Una storia del tempo antico"),
Giuliani riesce a generare uno sguardo sul passato - contemplato
minuziosamente e restituito con registri stilistici diversi - delle più
antiche stagioni antropologiche, staccandosi dall'usuale e congegnado
dispositivi estetici che autorizzano la riflessione, la necessità della
riflessione sull'attuale condizione umana.
Organizzata da:Fondazione Palazzo Strozzi in collaborazione con Bill Viola Studio
A cura di:Arturo Galansino e Kira Perov
Dal 10 marzo al 23 luglio 2017 la Fondazione Palazzo Strozzi presenta al pubblico Bill Viola. Rinascimento elettronico,una grande mostra che celebra il maestro indiscusso della videoarte contemporanea.
In un percorso espositivo unitario tra Piano Nobile e Strozzina la mostra ripercorre – attraverso straordinarie esperienze di immersione tra spazio, immagine e suono
– la carriera di questo artista, dalle prime sperimentazioni degli anni
settanta fino alle grandi installazioni successive al Duemila. Esplorando spiritualità, esperienza e percezione Viola indaga l’umanità:
persone, corpi, volti sono i protagonisti delle sue opere,
caratterizzate da uno stile poetico e fortemente simbolico in cui l’uomo
è chiamato a interagire con forze ed energie della natura
come l’acqua e il fuoco, la luce e il buio, il ciclo della vita
e quello della rinascita. Nella cornice rinascimentale di Palazzo Strozzi si crea soprattutto uno straordinario dialogo tra antico e contemporaneo
attraverso un inedito confronto diretto delle opere di Viola con quei
capolavori di grandi maestri del passato che sono stati per lui fonte di
ispirazione e ne hanno segnato l’evoluzione del linguaggio. Si celebra così la speciale relazione tra Bill Viola e Firenze.
È qui infatti che l’artista ha iniziato la sua carriera nel campo della
videoarte quando, tra il 1974 e il ’76, è stato direttore tecnico
di art/tapes/22, centro di produzione e documentazione del video. Il
rapporto di Viola con la storia e l’arte viene inoltre esaltato
attraverso importanti collaborazioni con musei e istituzioni quali il
Grande Museo del Duomo, le Gallerie degli Uffizi e il Museo di Santa
Maria Novella a Firenze, ma anche con le città di Empoli e Arezzo.
Con il patrocinio di Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo United States Mission to Italy
Con il sostegno di Comune di Firenze
Camera di Commercio di Firenze
Associazione Partners Palazzo Strozzi
Regione Toscana Con il contributo di Fondazione CR Firenze Main Sponsor Banca CR Firenze / Intesa Sanpaolo Con la collaborazione di
Fondation Etrillard
Giornata mondiale del diritto alla verità su gravi violazioni dei diritti umani e alla dignità delle vittime
Serata di solidarietà con il poeta Ashraf Fayadh in occasione della Giornata mondiale del diritto alla verità su gravi violazioni dei diritti umani e alla dignità delle vittime.
La vicenda di Ashraf Fayadh inizia nel 2013 quando viene arrestato in
Arabia Saudita, dove vive, con l’accusa di aver promosso l’ateismo nella
raccolta poetica Instructions Within (Le istruzione sono all’interno). Nel novembre del 2015 un tribunale saudita lo condanna alla pena di morte per decapitazione.
Grazie ad una mobilitazione mondiale, in data 14 gennaio 2016 dal titolo “Life and Freedom for Asharaf Fayadh – Worldwide Reading” promossa
dal Festival delle Letterature di Berlino a cui hanno aderito artisti,
premi Nobel, scrittori ed esponenti del mondo politico che ne chiedevano
la scarcerazione, la corte saudita ha commutato la pena capitale ad 8 anni di carcere e 800 frustate. Pescara era tra le città italiane che hanno aderito alla mobilitazione mondiale.
Nonostante Asharf Fayadh a gennaio
2017 abbia vinto il PEN Award 2017/Oxfam Novib “per onorare il coraggio
di scrittori impegnati per la libertà di espressione”, giace nelle carceri saudite in condizioni difficili e precarie e di nuovo incombe su di lui il rischio della pena di morte.
Venerdi il 24 marzo 2017, ore 21,00 Spazio Matta, Via Gran Sasso, 53 Pescara, la serata prevede la partecipazione di:
– Chiara Comito di Editoria Araba promotrice, l’anno scorso
in Italia del Worldwide Reading, che ci aggiornerà sulla situazione del
poeta Asharaf Fayadh e più in generale ci parlerà della condizione dei
poeti e scrittori arabi.
– I poeti Rolando D’Alonzo, Anila Hanxhari, Alessandro
Scanu, Sara Pecce, Dimitri Ruggeri e Artenca Shehu che leggeranno loro
composizioni liriche.
– Leggeranno poesie di Asharf Fayedh ed altri autori dal
mondo Cam Lecce, Patrizia Di Fulvio, Hedia Lammari, Safa Milad, Giulia
Basel, altri … … .
– Leggeranno poesie di Asharf Fayedh ed altri autori dal
mondo Cam Lecce, Patrizia Di Fulvio, Hedia Lammari, Safa Milad, Giulia
Basel, altri in via … … .
Il primo museo interattivo in Europa sul corpo umano
Uno straordinario viaggio dedicato alla sua conoscenza. Dal 5 Marzo 2017 - Città della Scienza · Napoli. La Città della scienza è un'iniziativa di promozione e
divulgazione della scienza che si svolge a Napoli, all'interno di una
struttura composta da un museo scientifico interattivo, un incubatore di
imprese e un centro di formazione.
Dal 5 Marzo apre Il Nuovo Museo del Corpo Umano - CORPOREA
Corporea
è il primo museo interattivo in Europa dedicato alla conoscenza del
corpo umano. Nei 5.000 mq del bellissimo edificio che lo ospita, il
nuovo museo presenta oltre 100 exhibits, esperienze sensorariali e
laboratori. Corporea è inoltre il primo museo che integra collezioni
antiche con esperimenti hands – on ed introduce il mondo dei Fab lab
come esperimento da vivere in diretta. Un luogo di educazione
scientifica, ma soprattutto un luogo per divertirsi imparando, aperto ai
ragazzi di ogni età, alle famiglie, ai giovani e ai meno giovani. Il
nuovo museo ultimo nato in ambito europeo, sarà fruibile in tre lingue:
italiano, inglese e cinese.
Il
visitatore può scegliere un proprio avatar e svolgendo semplici
esercizi di movimento, osserverà quali sono i muscoli e le ossa
coinvolti nel movimento e scoprirà che l’attività del corpo umano può
essere misurata come elettricità.
Il percorso del museo è suddiviso in varie isole tematiche, dedicate ai diversi sistemi del corpo:
·Il sistema muscolo scheletrico
Scegliendo
un proprio avatar e svolgendo semplici esercizi di movimento, si può
osservare quali sono i muscoli e le ossa coinvolti nel movimento, o
scoprire che l’attività del corpo umano può essere misurata come
elettricità.
·Equilibrio termodinamico
Attraverso
una termocamera, il visitatore scopre la regolazione della propria
temperatura corporea, il rapporto tra pulsazioni cardiache e pressione
arteriosa, verificando su un monitor, le parti calde e quelle fredde del
proprio corpo.
·Apparato cardiovascolare
Il
pubblico compirà un viaggio all’interno del sistema
cardio-circolatorio, lungo un’arteria umana, in cui, con l’aiuto di un
joystick, il visitatore potrà distruggere alcuni agenti patogeni che si
incontrano lungo il percorso.
·Sistema digerente
Il
visitatore si muove alla scoperta del lungo e complesso processo che,
filtrando quanto necessario, assicura al corpo le energie ed al contempo
smaltisce il superfluo. Sarà possibile, per il pubblico, seguire il
cammino fatto dal cibo attraverso il corpo con il supporto di
informazioni e immagini.
·Sistema endocrino
Felix,
un robot interattivo che riproduce le espressioni del viso del
visitatore, imitando il meccanismo dei neuroni specchio, ci porta alla
scoperta di come le persone intorno a noi siano in grado di influenzare
il nostro umore.
E ANCORA …..
·DNA
Inserendo
in un sistema alcuni elementi relativi alle proprie caratteristiche
fisiche, il visitatore potrà ottenere le relative informazioni
genetiche. Inoltre si potranno approfondire concetti quali la
probabilità e la frequenza di determinati caratteri in un individuo o
nella popolazione.
·Sistema immunitario
Come
in una “città assediata” i visitatori, in un videogame multiplayer,
utilizzando le caratteristiche di 4 diversi supereroi, potranno
cooperare per debellare o utilizzare gli agenti patogeni e i microbi.
Inoltre il visitatore potrà compiere una passeggiata, ed esplorare,
l’interno di un naso.
·Sistema sensoriale
Un
tunnel con pareti rotanti gioca brutti scherzi al senso di equilibrio
dei visitatori. Effetti di luce e immagini sulle pareti del tunnel
aggiungono ulteriori disturbi percettivi finché, all’uscita, la
percezione del mondo è simile a quella degli ubriachi: visione
offuscata, incapacità di adattarsi alla luce ridotta, diminuzione della
concentrazione, andatura instabile.
·Sistema riproduttivo
Qui
si assiste ad una ricostruzione del percorso di concepimento. In
un’area esclusivamente dedicata agli adolescenti tra gli 11 e i 16 anni,
i più giovani troveranno risposte alle loro domande: attraverso grafica
e immagini, ed elementi originali da toccare e con cui interagire, si
parlerà di sesso sicuro ma anche di ormoni e cambiamenti del corpo
durante la pubertà.
·Sistema nervoso
Camminando
su un’asse in equilibrio, nel moto ripreso da una camera, i visitatori
scoprono il funzionamento del sistema nervoso periferico e in
particolare il suo ruolo nella gestione delle azioni involontarie.
Inoltre, intorno a un tavolo interattivo, il pubblico scopre come i
nostri neuroni si combinano formando reti e scambiandosi segnali.
·Cervello
Due
grandi modelli 3D del cervello consentono ai visitatori di innescare
diverse aree cerebrali attraverso 4 postazioni interattive. I visitatori
potranno scoprire anche come funziona la memoria a breve termine (tra i
18 e i 30 secondi) o trasformarsi in parte della memoria di lavoro.
·Laboratori e film in 3D
Lungo
il percorso espositivo saranno presenti anche gli open lab, dove
esperti e ricercatori presenteranno al pubblico esperimenti scientifici
sui temi della salute e del nostro corpo.
Il
Planetario 3D è l’ultima creazione di Città della Scienza.
Nell’avveniristica Cupola che lo ospita, grazie ad un sistema di
proiezione digitale di ultimissima generazione, si potrà vivere un
avventura tra le stelle, i pianeti e le galassie. Inoltre un ricco
palinsesto di film ci permetterà di conoscere il mondo della natura, la
storia degli uomini, e tanto altro, con gli occhi rivolti al cielo. Un
occasione da non perdere, per giovani e meno giovani.
La Fondazione Idis–Città della Scienza
è un’istituzione no profit attiva dal 1989 e nata per iniziativa di
scienziati, uomini di cultura, istituzioni pubbliche e private; è
presieduta dal fisico Vittorio Silvestrini. La sua missione è quella di
valorizzare la cultura scientifica e operare per uno sviluppo economico e
sociale del Mezzogiorno e del nostro Paese, del Mediterraneo e
dell’Europa, che sia il più possibile armonioso, innovativo e solidale.
Fin
dai suoi primi passi, la Fondazione ha posto al centro della propria
attività la necessità di guardare all’economia reale e ai processi di
trasformazione nel mercato mondiale, attivandosi – anche in campo
internazionale – affinché l’attenzione dei decisori politici, della
pubblica opinione, dei media, si concentrasse sul tema della ricerca
scientifica, della qualità dell’istruzione pubblica, dell’innovazione.
L’obiettivo della Fondazione, inoltre, è quello del coinvolgimento
attivo e della partecipazione sociale dei cittadini alle grandi scelte
della nostra civiltà e dunque, come precondizione, la diffusione della
conoscenza scientifica verso tutti. La prima realizzazione della
Fondazione è stata “Futuro Remoto”, la manifestazione multimediale
dedicata a scienza e fantascienza la cui prima edizione si è svolta nel
1987. Il passo successivo è stata la realizzazione, iniziata già nel 1994, di Città della Scienza,
un polo scientifico e tecnologico nato a Napoli – nella grande ex area
industriale di Bagnoli, alle porte dei Campi Flegrei, su un’area di
circa 70.000 mq – e composto da quattro funzioni: il Science Centre,
primo museo scientifico interattivo in Italia, andato distrutto da un
incendio doloso il 4 marzo 2013, ma le cui attività di divulgazione
scientifica sono riprese addirittura dopo un mese dal rogo, seppur in
spazi più ridotti; il Centro di Alta Formazione; il Business Innovation Centre; il Centro Congressi. E' prevista per fine anno l’inaugurazione di Corporea,
il museo del corpo umano, nell’edificio in corso di completamento di
circa 5.000 metri quadrati, la metà dei quali dedicati a mostre, e
l’altra metà a un “dome” che fungerà sia da planetario che da cinema 3D
con proiezioni di documentari scientifici.
Città della Scienza è
caratterizzata da un forte impatto sul territorio e dal numero di
visitatori che utilizzano i suoi servizi, le tante attività, le
opportunità che continuamente offre. La dimensione di questa realtà è
stata confermata – oltre che dalla partecipazione a reti, progetti e
consorzi – da prestigiosi riconoscimenti, tra cui il Premio Descartes da
parte della Commissione Europea e il Best Science Based Incubator;
nonché dall’essere riconosciuta come “ONG in relazioni ufficiali con
l’Unesco”. Cooperazione internazionale verso i Paesi Africani ed
internazionalizzazione delle imprese in Cina sono due dei pilastri della
sua azione a livello internazionale, così come la partecipazione a
network quali ECSITE, la rete europea dei science Centres; tutto ciò ad
evidenziare la volontà di contribuire a costruire un’Europa solidale e
innovativa, aperta e connessa.
Hugo
Pratt e Corto Maltese - Palazzo
Pepoli
, dal 04/11/2016 al 19/03/2017 - 50 anni di viaggi nel mito
Nell’anno
dell’anniversario dei 50 anni di Corto
Maltese,
Genus
Bononiae
ospita dal 4 novembre 2016 al 19 marzo 2017, a Palazzo
Pepoli. Museo della Storia di Bologna, la grande mostra “Hugo
Pratt e Corto Maltese. Cinquant’anni di viaggi nel mito”.
Realizzata
in collaborazione con CMS.Cultura, con la curatela di Patrizia
Zanotti e col sostegno della Fondazione Cassa di
Risparmio in Bologna, l’esposizione presenta oltre 400
opereche celebrano Hugo Pratt e il suo alter ego Corto
Maltese: vero e proprio mito letterario del Novecento, un
antieroe, un moderno Ulisse in grado di farci viaggiare nei luoghi
più affascinanti e di farci riscoprire alcuni dei principali episodi
e protagonisti della storia del Novecento. Quel Corto, nato a La
Valletta, Malta, nel 1887, da un marinaio inglese e da una zingara
andalusa, alto un metro e ottantatré, con occhi color del miele e
un’anella all’orecchio sinistro, marinaio romantico e un
gentiluomo di fortuna che ha fatto sognare generazioni di lettori.
Come una
mostra nella mostra, in una sala dedicata del museo, sono esposte
tutte insieme per la terza volta da quando sono state create nel
1967, le 164 tavole originali di Una ballata del mare salato,
il classico della letteratura disegnata in cui appare per la prima
volta Corto.
Hugo
Pratt, conoscitore di uomini e popoli, giramondo, attore,
chitarrista, ma soprattutto disegnatore di una letteratura
dell’immaginario senza confini, ci ha regalato alcune delle più
belle pagine di intrecci tra finzione e storia del ‘900 in una
visione da romantico avventuriero mai scontata. Nato su una spiaggia
di Rimini nel 1927, girovago e giramondo ma del tutto veneziano, ha
saputo coniugare e restituire al lettore-sognatore l’importanza del
mare, il gioco degli specchi, il tema dell’immaginario e della
realtà, le atmosfere tipiche della letteratura picaresca, le donne
pericolose, l’arte astratta e il realismo fotografico.
In mostra
si troverà non solo Corto Maltese ma anche Anna della Giungla
(1959), Ernie Pike del 1961, La giustizia di Wathee del Sg.t Kirk del
1955, e ancora le incredibili tavole e acquerelli degli Scorpioni del
Deserto che conducono il visitatore-viaggiatore nell’Etiopia del
1941-1942 dove a personaggi dell’immaginario si sovrappongono
rimandi a personaggi storici. Il percorso espositivo guida il
visitatore nei numerosi rimandi letterari che animano le storie di
Pratt: da Jack London e la letteratura d’avventura americana a
Joseph Conrad, dalla poetica di W. Yeats e A. Rimbaud alla poesia di
J.l. Borges, in un dialogo serrato con i segni lasciati dai maestri
del fumetto americano come Milton Caniff e Héctor Oesterheld.
Visita la
mostra quando vuoi senza bloccare data o fascia oraria precise. Il
biglietto può essere regalato.
Intero €
11,00
Ridotto €
9,00
– militari
e appartenenti alle forze dell’ordine – portatori di
handicap – giornalisti con regolare tessera dell’Ordine
Nazionale – possessori Bologna Welcome Card – possessori
Card Musei Metropolitani (Ingresso a € 5,50) –
possessori Biglietto City Red Bus – possessori carta IKEA
Family – soci TPER, FAI, Alitalia, Coop, Touring Club –
partecipanti visite guidate ad utenza libera
Ridotto
Gruppi € 9,00
Prenotazione
obbligatoria, min 10 max 25 pax
Ridotto
Speciale € 8,00
– dai 6 ai
18 anni non in gruppo scolastico – studenti universitari con
tessera tutti i martedì – possessori biglietto mostra a Palazzo
Fava “Bologna
dopo Morandi. 1945-2015” – pubblico dei giovedì speciali
di Hugo Pratt dalle ore 19.00 alle ore 22.00 – biglietto altra
sede Genus Bononiae (Santa Maria della Vita, San Colombano e Palazzo
Fava)
Ridotto
Scuole € 5,00
Prenotazione
obbligatoria max 30 pax
Omaggio
– Bambini
fino a 5 anni compiuti non in gruppo scolastico – accompagnatori
di gruppi (1 ogni gruppo) – insegnanti in visita con
alunni/studenti (2 ogni gruppo) – soci ICOM con tessera –
un accompagnatore per disabile – possessori Membership
Card Genus Bononiae – guide turistiche con tesserino –
giornalisti con regolare tessera dell’Ordine Nazionale
(professionisti, praticanti, pubblicisti) in servizio previa
richiesta di accredito
Biglietto
Famiglia € 23,00
(1 adulto +
2 bambini)
Biglietto
Famiglia *2 € 30,00
(2 adulti +
2 bambini)
Diritti di
prenotazione e prevendita
– Gruppi e
singoli € 1,50 per persona – Scolaresche € 1,00 per studente
“Duepuntozero”, parliamo di autoproduzioni multimediali indipendenti [speciale Zic+video+foto] - By
Le foto dell’ultima giornata di Duepuntozero, i
video e audio degli incontri con Radio Onda d’Urto, Andrea Ronchi e
Simone Aliprandi. Infine, il nostro numero speciale con le riflessioni
di Smk, Zic e RadioAlSuolo.
Il primo incontro, “Radio 2.0: info e musica in movimento”, ha visto
la partecipazione di Radio Onda d’Urto da Brescia. Poi “Informazione e
tutele legali” con l’avvocato Andrea Ronchi ed infine “Licenze Creative
Commons e multimedia”, con Simone Aliprandi (responsabile del progetto Copyleft-Italia.it).
Al termine degli incontri, la tre giorni sulle autoproduzioni
multimediali indipendenti si è conclusa con i vinili di Bologna Calibro 7
Pollici e Folpower (Cannonball Allnighter).
Pubblichiamo i video del primo e del terzo incontro, l’audio del
secondo e le foto della giornata. Inoltre, mettiamo a disposizione dei
nostri lettori lo speciale di Zic con le riflessioni del nostro
giornale, di RadioAlSuolo e di Smk sul mondo dell’autoproduzione
indipendente.
> Scarica il numero speciale di Zic / Duepuntozero: pdf (oppure leggi i testi in fondo a questa pagina)
> Guarda il video dell’incontro “Radio 2.0: info e musica in movimento”:
> Ascolta l’audio dell’incontro “Informazione e tutele legali”:
> Guarda il video dell’incontro “Licenze Creative Commons e multimedia”:
> Guarda le foto della terza giornata:
> I testi dello speciale cartaceo realizzato da Zic in occasione di Duepuntozero:
Era il 29 aprile 2009, quando mostravamo per la prima volta al pubblico il nostro primo
documentario lungometraggio: “La Resistenza Nascosta. Viaggio nella
scena musicale di Sarajevo”. In quel preciso momento nasceva
SMK Videofactory. Un progetto collettivo, un percorso autodidattico che
ci ha permesso di individuare e sperimentare, in un’epoca di crisi
economica e culturale, nuovi modelli di autoproduzione cinematografica,
riuscendo a realizzare, tra i vari format video, anche 6
documentari lungometraggi:
– La Resistenza Nascosta (2009)
– Tomorrow’s Land (2011)
– Una Follia Effimera (2012)
– Kosovo versus Kosovo (2012)
– Green Lies (2014)
– Vite al Centro (2014)
Da dove si è partiti
Il desiderio di condivisione ma anche e soprattutto la consapevolezza
delle difficoltà concrete che i freelance e i creativi vivono in questo
momento storico sono ragioni importanti della nascita del nostro
gruppo. L’esigenza di creare un collettivo nasce da due necessità
complementari: da una parte, mettere in condivisione pratiche e saperi
volti alla creazione di opere audiovisive, dall’altra, provare a
sperimentare forme di produzioni orizzontali e dal basso per sviluppare
narrazioni politicamente e socialmente impegnate.
Tutto questo, in un momento in cui la forte precarizzazione del mondo
del lavoro e le trasformazioni in atto in ogni tipo di mercato hanno
reso più urgente la ricerca di nuove strade, sia lavorative che
creative, spesso vanificando o rendendo molto difficili percorsi di
reale autonomia e autodeterminazione. Per SMK i due livelli hanno finito
con il coincidere: l’autoproduzione si sta trasformando in una
sperimentazione di autoreddito e il processo politico ha finito con il
pervadere le pratiche artistiche da cui siamo partiti (audiovisivi). La
necessità di sostenere delle opere ci ha fatto scoprire la necessità di
costruire reti di relazione solide come premessa per la buona riuscita
di una prassi tanto lavorativa quanto politica. In un momento in cui
qualsiasi modello di business si fonda sul web 2.0, sul lavoro di
integrazione di reti e sulla costruzione di network di utenze, abbiamo
riscoperto il brivido di scommettere su pratiche di relazione e
condivisione dirette, fondate sul mutuo riconoscimento, la solidarietà e
l’orizzontalità come condizioni senza le quali di un processo di
produzione partecipato e partigiano.
Dove si è arrivati
Da questo punto di partenza inizia tutto il ragionamento e la pratica
sperimentale: come riuscire ad autoprodurre documentari e film,
sganciandosi dalle logiche di produzione mainstream e contemporanemente
come avviare efficaci pratiche autodistributive che rendano sostenibile
il percorso? Nel 2011 SMK Videofactory firma il suo primo vero
documentario collettivo: Tomorrow’s Land, che racconta la storia
del Comitato di Resistenza Popolare del villaggio palestinese di
At-Tuwani. Con quell’esperienza il gruppo si affaccia per la prima volta
al mondo del crowdfunding. Utilizzando per la prima volta il portale di
Produzioni dal Basso vengono raccolti circa 250 coproduttori (sia in
rete che in serate di dibattito off-line). Il meccanismo è molto
semplice: 10 euro per ogni quota di coproduzione e 1 DVD del film per
ogni quota.
Gli strumenti usati sono semplici e per nulla nuovi: il meccanismo
del dono e la colletta popolare, riadattati e perfezionati all’interno
del web 2.0. L’esperimento riesce in pieno, permettendo cosi al gruppo
di portare a termine il lavoro di produzione del film. Il passo
successivo è stato quello rispetto all’autodistribuzione: attraverso la
costruzione di una fitta rete di circoli, centri sociali, sale d’essai
prende corpo il network che porterà poi alla nascita di Distribuzioni
dal Basso. A distanza di 2 anni Tomorrow’s Land rimane l’esperimento
fondativo delle pratiche di autoproduzione di SMK Videofactory: oltre
200 date di proiezione pubbliche in tutta Europa, 3000 DVD
autodistribuiti e decine festival (partecipati e o vinti) in tutto il
mondo. L’esperimento è riuscito. E la cosa importante è soprattutto il
fatto che è un modello diffondibile e utilizzabile da altre
realta emergenti sul piano nazionale.
La logica conseguenza è la scelta delle licenze Creative Commons.
Una scelta che risulta sia pratica che politica. Pratica, perché è
diventata un nuovo strumento di autodeterminazione culturale e creativa,
in un momento in cui è palese la totale inefficacia dei modelli di
copyright per i freelance e gli emergenti, che oltre non tutelare
affatto i “piccoli”, spesso divengono per questi un ulteriore ostacolo
da superare. Politica, perché rimarca la scelta ponderata di un modello
che privilegia la diffusione delle opere creative ai meri ed esclusivi
meccanismi di profitto. Distinguendo, senza averne paura, la
sostanziale differenza tra profitto commerciale e le formule di
sostenibilità e di autoreddito.
La
riflessione scaturita dagli esperimenti di autoproduzione ed
autodistribuzione porta a un ragionamento di ampio respiro
sul potenziale dei meccanismi di coproduzione popolare, di donazione e
rapporto responsabile con gli utenti e della forza che emerge sempre più
dall’utilizzo delle licenze Creative Commons. Il gruppo decide cosi, ad
aprile 2013, che è arrivato il momento per fondare Distribuzioni Dal Basso.
Il portale ha come obbiettivo quello di sostenere la circolazione di
film e documentari indipendenti realizzati dalla nuova generazione
di freelance, nata sull’onda del fenomeno Creative Commons e dei nuovi
meccanismi di produzione basati sul crowdfunding. In altre parole, il
tentativo è ora quello di stabilizzare il meccanismo di
autodistribuzione e di fare in modo che tante altre realtà indipendenti
possano usufruirne, andando graduatalmente a formare un network
nazionale di freelance.
Il futuro
La sfida a questo punto è rappresentata dalla capacità di rendere
sostenibili sul lungo periodo processi di inclusione sociale che
permettano la continuazione di un processo generativo di idee e di
rappresentazione critica della realtà senza che ciò resti una mera
opzione volontaristica e di sacrificio; in altre parole si tratta di
comprendere come rendere sempre più stabile questo percorso di
autoproduzione senza snaturarne il senso complessivo di matrice
“popolare” e “dal basso”, riuscendo nel medesimo tempo a mantenerlo
economicamente sostenibile pur facendolo crescere e maturare.
* * * * * * * * * *
Raccontare
un mondo mutevole e fluido come quello dei movimenti, dei
collettivi, dei centri sociali. E, al contempo, dare voce a chi non ce
l’ha mai, a chi paga il conto più salato della crisi, a chi è
ai margini, a chi subisce lo smantellamento del welfare. La sfida di
Zic.it, raccogliendo il testimone dell’esperienza cartacea di
Zeroincondotta, nasce da una necessità che sentivamo e sentiamo
non aggirabile per una città come Bologna: creare uno strumento di
comunicazione ed informazione che aiuti a dare spazio alle esperienze di
autorganizzazione ed autogestione, in modo trasversale e senza vincoli
di appartenenza o “di area” (esperienze di questo tipo, non c’è dubbio,
erano e sono preziosissime: ma secondo noi non sufficienti).
Uno strumento libero e indipendente che,
però, a queste caratteristiche imprescindibili sappia affiancare un
metodo in grado di fornire alcune giuste garanzie a chi cerca
informazioni, soprattutto in rete, dove il rischio di imbattersi
in approssimazione, “bufale” e overload informativo è spesso dietro
l’angolo. L’autoproduzione e di un giornale quotidiano
on line, dunque, come combinazione di sperimentazione e affidabilità, di
autonomia e credibilità, facendo tesoro delle precedenti esperienze di
mediattivismo ma cercando anche di superarne i limiti, attraverso la
costante elaborazione di una “deontologia” (passateci il termine) tutta
dal basso, incardinata su concetti e pratiche mutuate dai percorsi
di autorganizzazione ed autogestione: orizzontalità del processo
decisionale, cooperazione, condivisione dei saperi, scambio con
l’esterno e capacità di tradurre l’eterogeneità in ricchezza. La
redazione c’è, ma si vede il meno possibile.
Dal 2007 ad oggi, così, sulle pagine di Zic
hanno trovato spazio, giorno dopo giorno, migliaia di articoli,
fotografie ed appuntamenti segnalati, centinaia di video e file audio:
materiale in massima parte pubblicato sotto Licenza Creative Commons,
che consente di condividerlo e rielaborarlo, escludendo però ogni
finalità commerciale. Un impegno, costante e volontario, premiato da un
numero crescente di visitatori e che in diverse occasioni ha anche
consentito a Zic di “bucare” il muro dell’informazione cosiddetta
ufficiale, costringendo anche i media mainstream a fare i conti
con notizie da noi pubblicate. Questo, però, non vuol dire affatto che
si sia delineato un modello compiuto, che non ha bisogno di aggiornarsi e
rimettersi in discussione. Tra vecchi e nuovi limiti, i miglioramenti
possibili non mancano e, allo stesso tempo, ciò che ci circonda impone
un confronto continuo con sfide inedite ed altrettanto inedite
opportunità.
Proviamo ad elencarne alcune:
– l’evoluzione tecnologica e del web 2.0
favorisce, ma allo stesso tempo impone, un’elevata capacità di risposta
sul fronte della multimedialità: in termini quantitativi, qualitativi e
di tempestività. Tenere insieme questi tre aspetti richiede competenze e
strumentazioni, per altro in continuo aggiornamento.
Un’indubbia ricchezza, da questo punto di vista, è rappresentata dalle
connessioni che vanno via via sviluppandosi con le altre esperienze di
comunicazione e autoproduzione che come Zic hanno casa a Vag61.
– l’impronta “citizen journalism” con cui
Zic ha inaugurato la presenza sul web ha faticato a trovare
sbocco, probabilmente superata dall’affermarsi della
“self-communication”. Come garantire forme di interattività
con i lettori, favorendo le condizioni per un loro contributo alla
realizzazione del progetto, senza modificare gli standard di qualità ed
affidabilità a cui cerca di attenersi? La mediazione redazionale,
attuata caso per caso, necessariamente limita le potenzialità “in
ingresso”. Più ampie quelle “in uscita”: la Licenza Creative Commons
permette a chiunque di condividere e rielaborare i contenuti pubblicati
su Zic.
– la trama di connessioni creata dai social network,
sempre più fitta e versatile, moltiplica esponenzialmente la velocità e
il raggio di diffusione dei contenuti. E’ necessario stare al passo:
per sfruttare al meglio le potenzialità di trasmissione di quanto
pubblichiamo; per non subire i tempi di una filiera della notizia che si
è sensibilmente accorciata. Questo, però, evitando il rischio di
“schiacciare” sul modello social la progettualità più articolata di Zic,
che trova nel sito la sua espressione organica.
– se la copertura e la diffusione delle
notizie riguardanti Bologna può dirsi consolidata, per ovvi motivi
appare più frastagliato il campo relativo alle informazioni provenienti
da fuori città. La natura prevalente di Zic è quella di quotidiano locale, ma quali sono i margini per tendere ad un allineamento?
– le pratiche dell’autoproduzione,
dell’autogestione e dell’autorganizzazione non sono sufficienti per
ottenere un quotidiano a costo zero. La gratuità d’accesso e l’assenza
di messaggi pubblicitari, d’altro canto, escludono le due
fonti principali di entrata per una realtà web. Intensificare i canali
di autofinanziamento, tradizionali e di più
recente diffusione (vedi crowdfounding), può consentire la disponibilità
di migliore e maggiore strumentazione tecnica (informatica e
multimediale), implementare il progetto, aumentarne la riconoscibilità
ed aprire eventuali percorsi di autoreddito che, se messi in atto con
intelligenza, potrebbero consentire di dedicare maggiori energie al
giornale.
– l’andamento delle visite rivela che Zic può contare su un’elevata fidelizzazione
dei propri lettori e su un graduale aumento del loro numero.
Compatibilmente con il già affrontato tema delle risorse a disposizione,
però, è sicuramente possibile migliorare la conoscenza e la
consultazione del giornale potenziando gli strumenti di promozione sia
off che on line.
* * * * * * * * * *
La
radio è stata, e noi crediamo abbia tutto il potenziale di esserlo
ancora, lo strumento delle più importanti rivoluzioni e
resistenze culturali e sociali. L’aspetto che ci ha coagulato attorno
all’esperimento, che costituisce questo progetto, è una peculiarità che a
noi sembra caratterizzare il mezzo radiofonico rispetto ad altri media,
ossia la sua capacità di favorire in maniera trasversale l’espressione e
la diffusione dei nuovi linguaggi giovanili e delle nuove forme
culturali. Non trascurando tuttavia alcune culture non mainstream del
passato che a noi sembrano avere, all’oggi, ancora qualcosa da dire.
L ‘autogestione come scelta politica e come
modus operandi. L’unica che a nostro avviso potesse rispettare
adeguatamente la sensibilità, che ci accomuna, verso il mondo; l’unica
che fosse in grado di veicolare contenuti musicali e politici, i primi
in grado di aprire un varco in quella che è l’offerta mainstream, i
secondi non dettati dagli appetiti mediatici del momento; l’unica che
potesse soddisfare il bisogno di realizzare tutto ciò in maniera
orizzontale e collettiva. L’autoproduzione come necessità: D.I.Y or DIE!
Ma da questa necessità cerchiamo di trarre dei punti di forza, ovvero
attraverso il passaggio informale di competenze ci appropriamo del “know
how” senza doverlo esperire con i ritmi imposti anche, e forse
soprattutto, nell’ambito dei media in questa società multitasking.
Dove vogliamo arrivare
L’obbiettivo è quello di essere un
collettore politico e culturale, mantenendo alta l’attenzione sui temi
che hanno finora costituito il cardine dei nostri interessi, ossia
aspetti sociali, culturali, d’informazione e d’intrattenimento a cui è
sottesa una visione partigiana e critica del reale.
Contraddizioni e limiti
Lavorare in maniera “hobbistica” diventa
una lotta quotidiana per riuscire a realizzare tutti i progetti che
desideriamo costringendoci ogni volta a confrontarci con la scarsità di
mezzi e risorse. Per approfondire alcuni contenuti infatti, sentiamo la
necessità di un grado di conoscenza che presuppone il tempo per
un’autoformazione continua.