La storia è ciclica. Ma forse la memoria può aiutare a non
commettere gli stessi errori. Questo è stato forse, oltre alla passione e alla curiosità, il fuoco che ha spinto i due fotografi italiani, Stefano Corso e Dario Jacopo Laganà,
a percorrere con la loro piccola auto rossa quasi 8.000 km in due anni e
a scattare qualcosa come 10.000 foto nei circa 300 luoghi esplorati.
La sala di lettura “Lenin”, presente in ogni base sovietica
L’idea era quella di documentare la presenza dell’Armata Rossa
in Germania, che nella seconda guerra mondiale fu incisiva nella lotta
contro il nazismo e nella conseguente liberazione di Berlino. Il
progetto si è concentrato nel documentare la presenza della potenza
militare russa nella Germania dell’Est andando a scovare i luoghi in cui, in maniera più o meno evidente, era visibile il passato.
Sotterranei del quartier generale dell’Armata Rossa a Wünsdorf
Il progetto, che ha preso il curioso ed emblematico nome di We will forget soon,
si è poi concretizzato in una mostra fotografica itinerante che,
partita nel maggio 2015 dall’ex Germania dell’Est ed ospitata dalla Berlin Art Week, approderà a Prora
nel corso del 2016 nella sua 6° tappa. Ad agosto è stato pubblicato
anche un libro fotografico, presentato a Roma in Campidoglio il 30
settembre scorso.
Lo svanire dei simboli della propaganda
Aree abbandonate dove la natura si è riappropriata dei suoi spazi e
luoghi “recuperati” che hanno trovato un nuovo modo di essere
utilizzati. È questo che ha colpito i visitatori della mostra itinerante
e la loro sensibilità. Perché è spesso solo l’apertura mentale che
aiuta a vedere basi militari in luoghi che non esistono più e complessi
ospedalieri prussiani in strutture di riabilitazione neurologica.
Federica Crociani
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