Nota su «L'Impero virtuale - colonizzazione dell'immaginario e controllo sociale», Renato Curcio, Sensibili alle foglie, 2015
Un
libro di poche pagine, si legge in qualche ora, ma lascerà la mente
occupata per giorni interi. Tanti sono, infatti, gli elementi che Renato
Curcio ha analizzato e che aprono a una riflessione cosciente
sull’impero virtuale. La scrittura asciutta e discorsiva permette una
comprensione del testo anche se i temi trattati sono enormi. Da non
sottovalutare è la preziosa bibliografia che fornisce ulteriori
indicazioni per chi abbia voglia di approfondire. Il libro non racconta
la storia di InterNET e non veicola prese di posizione a favore o
contro; il lavoro di Curcio non si pone né tra gli “apocalittici” né tra
gli “integrati”: analizza la condizione sociale data, la forma propria
produttiva e culturale che altera, ristruttura il rapporto individui,
gruppi, corpo sociale. InterNET è tante cose: è evidente che ha
velocizzato la possibilità di comunicare e semplificato lo scambio di
contenuti, ma questo testo illumina, fornisce gli elementi di
comprensione per svelare il mondo “altro” in cui il “me altro”, “un me
con altro nome” virtualmente vive.
http://www.sensibiliallefoglie.it/ |
Siamo
oramai abituati a considerare come normale il controllo dei contenuti
che scambiamo - anzi un tributo necessario alla sicurezza - e non ci
rendiamo conto di quanto materiale personale, intimo volontariamente
diamo in pasto alla nuova oligarchia economica esperta nell’esercizio
del potere digitale; un potere sulle nostre identità digitali
mondializzato e totalizzante che istituisce forme di sudditanza inedite,
radicali.
Un
potere che accumula un’enormità di informazioni su ogni essere che
abita il pianeta e che interconnesso scambia contenuti digitali. E per
la maggior parte privo delle conoscenze basilari per comprendere appieno
le insidie; i poteri tentacolari che la rete nasconde fra le sue
maglie. Anzi l’adattamento attivo ed entusiastico cresce sensibilmente
senza distinzione di età o condizione sociale senza suscitare alcun
allarme. La vita sociale ormai è instradata da pratiche ambientali e
circostanze obbligatorie che accrescono il dominio virtuale e le nostre
dissociazioni. Il
libro si propone quindi un’analisi sociologica che permette di
comprendere, di prendere coscienza che siamo dei colonizzati, d’altronde
la colonizzazione delle anime, ideologica, economica o per ragioni
strategiche accompagna la storia europea. Oggi la colonizzazione
dell’immaginario di qualcuno, dunque, significa intervenire sui processi
della sua immaginazione al fine di renderli compatibili con quelli che
caratterizzano l’immaginario istituito del soggetto colonizzatore.
Le
leve di attrazione sono potenti: l’alienazione del desiderio, la
disseminazione di dispositivi informatici attrattori negli ambienti
urbani, lavorativi, commerciali o di svago (Sensori e telecamere, casse
automatiche e carte plastificate con microchip di ogni sorta,
localizzatori, badge…), la pubblicità diretta e indiretta anche quella
fittizia dell’amico, compagno di scuola, collega di lavoro che ti chiede
l’account social per entrare in connessione con lui / lei, tanto è
tutto gratis e hai un mondo “altro” nelle tue mani
Alcune
aziende che quindici anni fa non esistevano, come Google e Facebook,
oggi costituiscono la nuova e potente oligarchia planetaria del
capitalismo digitale. Internet ne rappresenta l’intelaiatura, e i suoi
utenti, vale a dire circa tre miliardi di persone, la forza lavoro
utilizzata. Le nuove tecnologie digitali fanno ormai parte della nostra
vita quotidiana, le portiamo addosso e controllano tutti gli ambienti
della vita sociale, dai luoghi di lavoro ai templi del consumo. Questo
libro propone una riflessione sui dispositivi attraverso i quali questa
oligarchia e queste tecnologie catturano e colonizzano il nostro
immaginario a fini di profitto economico e di controllo sociale. E mette
in luce il risvolto di tutto ciò, ovvero l’emergere di una nuova e
impercepita sudditanza di quel popolo virtuale che, riversando
ingenuamente messaggi, fotografie, selfie, ansie e desideri su
piattaforme e social-network, contribuisce con le sue stesse pratiche a
rafforzare il dominio del nuovo impero. Non conosciamo ancora le
conseguenze sui tempi lunghi di questo ulteriore passaggio del modo di
produzione capitalistico. Chiara invece appare la necessità di
immaginare pratiche di decolonizzazione personale e collettiva per
istituire nei luoghi ordinari della vita varchi di liberazione.
Notizie sull'autore
Renato
Curcio, attualmente Direttore editoriale di SENSIBILI ALLE FOGLIE,
svolge lavoro di ricerca socioanalitica e sugli stati modificati di
coscienza e cura le attività promozionali della Cooperativa; ha
pubblicato numerosi titoli, tra i quali ricordiamo qui: L'azienda
totale, Il dominio flessibile, Razzismo e indifferenza, Sensibili alle
foglie, 2010; con M. Prette e N. Valentino, La socioanalisi narrativa,
Sensibili alle foglie, 2012; Mal di lavoro, Sensibili alle foglie, 2013
Nessun commento:
Posta un commento