Serietà,
a proposito della fatica del concetto. Gli stereotipi sulla
realtà confliggono con il rigore di un pensiero esplorativo,
indagatore, che tutto è propenso a spiegare senza pretendere di
poterlo, esaustivamente, fare. La serietà risiede nella
consapevolezza dei limiti, di lucide demarcazioni e dell'empiria e
della ragione. L'esperienza conoscitiva non può che essere
soggettiva, mai risolvendosi nel solipsismo. L'uso adeguato della
ragione consente di superare i confini del “soggettivismo”
aprendosi all'accertamento dimostrativo, alla diagnosi dei fatti dei
quali ci si occupa, alla conquista di verità che allude
all'oggettività, stabiliti metodi, criteri, lessico esplicativo e
verificata la tenuta teorica di quanto si va ad apprezzare
cognitivamente.
Serietà intellettuale è, dunque, un sistema che integra l'intelligenza all'etica, genera le condizioni della ragione, orienta verso un atteggiamento disciplinato che non si fa irretire da scorciatoie pseudoculturali, da suggestive intuizioni, da esigenze personali, da squallidi interessi di supremazie pseudointelletuali. Serietà è umiltà, è immersione nella realtà, priva di forzature o velleità, è pronta revisione di percorsi erronei di conoscenza, è aprirsi all'incondizionato. La premessa alla serietà è la libertà, come autonomia di giudizio e come assunzione esplicita di responsabilità. Ogni deroga interpretativa presta il fianco all'ambiguità, ad una semantica distorcente, deviante, compromissoria. La matrice della conoscenza è l'onestà intellettuale, il libero ricercare che si oppone all'accondiscendenza o all'ignavia. La fatica del comprendere la realtà è spia rivelatrice d'una serietà colta operativamente nel suo incedere autorevole ed utile stratificando informazioni, creando un palinsesto – suscettibile di modifica ed integrazione – di significati che apre al “senso” ultimo dell'attività conoscitiva umana. La verità è dentro (si nasconde) un ricettacolo di artefatti di pensiero, un contenitore gnoseologico dell' “umano”, rappresentando la linea di separazione tra la logica e l'approssimazione retorica, tra dialettica ed i dogmi.
Serietà intellettuale è, dunque, un sistema che integra l'intelligenza all'etica, genera le condizioni della ragione, orienta verso un atteggiamento disciplinato che non si fa irretire da scorciatoie pseudoculturali, da suggestive intuizioni, da esigenze personali, da squallidi interessi di supremazie pseudointelletuali. Serietà è umiltà, è immersione nella realtà, priva di forzature o velleità, è pronta revisione di percorsi erronei di conoscenza, è aprirsi all'incondizionato. La premessa alla serietà è la libertà, come autonomia di giudizio e come assunzione esplicita di responsabilità. Ogni deroga interpretativa presta il fianco all'ambiguità, ad una semantica distorcente, deviante, compromissoria. La matrice della conoscenza è l'onestà intellettuale, il libero ricercare che si oppone all'accondiscendenza o all'ignavia. La fatica del comprendere la realtà è spia rivelatrice d'una serietà colta operativamente nel suo incedere autorevole ed utile stratificando informazioni, creando un palinsesto – suscettibile di modifica ed integrazione – di significati che apre al “senso” ultimo dell'attività conoscitiva umana. La verità è dentro (si nasconde) un ricettacolo di artefatti di pensiero, un contenitore gnoseologico dell' “umano”, rappresentando la linea di separazione tra la logica e l'approssimazione retorica, tra dialettica ed i dogmi.
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