Un libro per Natale: La Storia di Miryam
Ci avviciniamo oramai al Natale e vorrei proporvi la lettura di un nuovo libro: “Storia di Miryam” di Claudia Provenzano, Armando Curcio Editore.
Non vi troveremo una delle tante storie già scritte e che hanno al centro la figura di Miryam (Maria) vista quale essere celeste, quasi non fosse anch’essa un frutto di questa terra, ma leggeremo qualcosa di diverso che, per riprendere le parole dell’autrice, vuole essere: “un omaggio all’essere donna….per tutte le donne di tutti i tempi…a partire dalla PRIMA DONNA della nostra storia”. Questo elogio alle donne è tratteggiato con pennellate vive impastate di passioni forti, ribellioni e amori, vissuti anche nella bellezza del corpo che spontaneamente all’amore si apre.
Non vi troveremo una delle tante storie già scritte e che hanno al centro la figura di Miryam (Maria) vista quale essere celeste, quasi non fosse anch’essa un frutto di questa terra, ma leggeremo qualcosa di diverso che, per riprendere le parole dell’autrice, vuole essere: “un omaggio all’essere donna….per tutte le donne di tutti i tempi…a partire dalla PRIMA DONNA della nostra storia”. Questo elogio alle donne è tratteggiato con pennellate vive impastate di passioni forti, ribellioni e amori, vissuti anche nella bellezza del corpo che spontaneamente all’amore si apre.
La vicenda di Miryam è la storia laica e profana della vita di Maria e del concepimento di Gesù. Una ricostruzione letteraria che attinge alle fonti dei Vangeli (Canonici e Apocrifi) e dell’Antico Testamento, senza fare alcun riferimento a spiegazioni divine e spiritualistiche.
Miryam è la controfigura reale dell’icona eterea della Madonna della tradizione religiosa cattolica. E’ una giovane donna di spiccata sensibilità esistenziale, che si interroga sulle credenze e i costumi del suo tempo con la freschezza di un’intelligenza incontaminata, fino a sfidare con determinazione, non senza paura, le convenzioni e le regole imposte dalla cultura patriarcale dell’epoca.
E’ una giovane quattordicenne vera, concreta, che vive il suo amore per il nomade Gavri’el, un ragazzo bellissimo, che così ci descrive la stessa protagonista, quando lo vede per la prima volta:
“[…]aveva occhi da angelo. O almeno così mi ero immaginata che
fossero gli occhi degli angeli, io non ne avevo mai visti. Mai
incontrato un angelo in vita mia!”.
La presentazione dei due ragazzi e dei lacci d’amore che li
vincolano l’uno all’altra, risente molto fortemente dell’influenza del Cantico dei Cantici, il libro dell’amore erotico, carnale, terreno, che fa parte del canone biblico.
I pensieri di Miryam sono quelli di una ragazza che scopre, in tutta
la naturale forza della sua gioventù, l’amore e il desiderio, nella
luminosa, pura e gioiosa bellezza che è quella propria del cuore che
batte per l’altro e che l’altro brama:
“Mani sensuali e grandi come quelle di Gavri’el. Le mani che, con
pensiero voluttuoso, (peccaminoso o leggittimo? – l’amore è
peccaminoso?), pensiero che non potevo impedire si addensasse nel mio
sangue, bramavo agguantassero i miei fianchi, i miei glutei, i miei
seni, tirandomi a sé e trattenendo tutta l’eccitante gioia che provavo a
stare con lui”. Da questo amore deriva il concepimento naturale e illegittimo di un bambino,
e quindi la difficile scelta che Maria compie per salvare sé stessa e
suo figlio, nel contesto della società ebraica antica, con la complicità
di Yosef (Giuseppe), l’uomo onesto, generoso e lucidamente razionale che le è destinato come marito.
Yosef è un uomo oramai avanti nell’età, che ama in maniera stupefacente la giovane Miryam, la sua determinazione, la sua fede nell’amore e nella veracità dei sentimenti, ben oltre la logica, ben oltre ogni convenzione. Una scoperta complicità, così piena, da far nascere in Maria, per questo suo anziano compagno, un nuovo e diverso amore, che non ha nulla a che fare con un sentimento irruento e sgorgato d’impeto, com’è stato quello provato per Gavri’el, quanto piuttosto: “un amore che si nutre dopo, col tempo, per chi ci ama incondizionatamente”.
La Miryam di questo libro è la stessa ragazzina ebrea narrata nel
Vangelo in pochi scarni passaggi il cui profilo e le cui vicende vengono
ricostruite dall’immaginazione di una donna contemporanea che vede
nell’amore terreno, materno e carnale, il vero senso dell’esistere
umano.
Vi invito perciò a leggere questo affascinante romanzo che canta ed
esalta la vita e l’amore, incarnati nella coraggiosa, umana,
intelligente e affascinante figura di Miryam.
FONTE:
http://milanoalquadrato.com/index.php/2016/12/16/la-storia-di-miryam/ |