Il bisogno umano perenne dell'interrogarsi nel volume delle edizioni TABULA FATI
Il nuovo libro di poesie - Nel mio regno non vi sono filosofi (TABULA FATI,
Chieti, 2016,ISBN-978-88-7475-482-3], pagine 96 - € 9,00 - del
pescarese Giancarlo Giuliani, letterato, poeta, docente (ed anche
curatore del web site VERB-UM Tra antiche carte custodiamo i doni del tempo) va letto perchè "Nel mio regno non vi sono filosofi",
non è solo un viaggio nella propria interiorità: l’autore ricerca,
piuttosto, il senso del bisogno perenne dell’interrogare e
dell’interrogarsi, sempre ineludibile anche quando lo si ritiene vano e
lo si vorrebbe così estirpare. Ecco dunque, in una condanna platonica
alla rovescia, i filosofi messi al bando e la ricerca della metafora,
delle parole, forse anche di una voce che dica il macrocosmo nel
microcosmo, il tutto nella parte, l’illimitato nel limite, alzarsi fiera
e prendere corpo.
La poesia di Giuliani non indica una via, non si prefigge di
farlo né potrebbe, del resto, senza tradire se stessa, ma si presta
piuttosto a essere la parola che ogni lettrice e ogni lettore possono
fare propria, nel momento in cui, in quanto esseri umani, si è capaci di
vivere dolore, emozione, dignità, compostezza, in prima persona, senza
maschere.
Come in altre eccelse produzioni, tra le quali le impegnative e riuscitissime prove di poesia ("Caos ipermetrico", 2012), ma anche in campo narrativo (in particolare, i romanzi "Diospolis. Una storia del VI secolo a. C.", 2013 e "Nemesis. Una storia del tempo antico"),
Giuliani riesce a generare uno sguardo sul passato - contemplato
minuziosamente e restituito con registri stilistici diversi - delle più
antiche stagioni antropologiche, staccandosi dall'usuale e congegnado
dispositivi estetici che autorizzano la riflessione, la necessità della
riflessione sull'attuale condizione umana.
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